"Ma poi che cosa è un bacio? Un giuramento fatto
un poco più da presso, un più
preciso patto,
una confessione che sigillar si
vuole,
un apostrofo roseo messo tra le parole
«t'amo»; un segreto detto sulla bocca, un istante
d'infinito che ha il fruscio di un'ape tra le piante,
una comunione che ha gusto di fiore,
un mezzo di potersi respirare un po' il cuore
e assaporarsi l'anima a fior di labbra!"
Queste le parole pronunciate da Cyrano, il più coraggioso cadetto di Guascogna, alla cugina Rossana di cui è segretamente innamorato. Il suo, però, è un amore sofferto perché egli non osa confessare i propri sentimenti alla bella Rossana, sicuro che costei non potrebbe mai contraccambiarli per via del suo gigantesco e mostruoso naso.
A peggiorare la situazione ci si mette la comparsa di un altro spasimante, Cristiano de Neuvillette, un bellissimo quanto sciocco cadetto da cui Rossana è superficialmente attratta.
I destini di Cyrano e Cristiano finiranno così per intrecciarsi sotto
gli occhi ignari della loro amata, che solo alla fine capirà di chi è davvero
innamorata. Ma sarà troppo tardi.
Oltre alla tematica sentimentale, tuttavia, un discorso a parte merita
lo straordinario personaggio che è Cyrano. Temerario spadaccino quanto geniale e
fine poeta. Incapace di scendere a compromessi e convenienze. Fiero e
sprezzante della mediocrità di cui il mondo è pieno. Tutti questi aspetti lo
pongono di diritto tra gli eroi romantici per antonomasia e al contempo ne
fanno un personaggio incredibilmente e drammaticamente moderno.
Da un uomo di tale levatura non poteva che sgorgare il più nobile tra
gli amori: un sentimento così autentico che cela e rinnega se stesso pur di
rendere felice la persona amata. Un amore non ostentato, che nulla ha a che vedere
con i sentimentalismi nutriti di vana apparenza e che ricorda fortemente alcuni
versi di uno dei più bei sonetti di Pablo Neruda:
"Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, entro l'ombra e l'anima.
T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sè, nascosta, la luce di quei fiori"
La sola colpa di Cyrano, dunque, è di non credere la sua amata capace
di superare le apparenze, ancorandola inconsapevolmente a una superficialità di
cui invece Rossana è del tutto priva.
Da ciò emerge la complessità del personaggio, la cui interpretazione è
stata curiosamente affidata in questa rappresentazione in scena al Quirino a un attore
bello, Alessandro Preziosi, che ha coraggiosamente accettato la sfida di
vestire i panni del brutto Cyrano, nonostante com'è evidente non ne abbia le physique du rôle.
Tra i suoi più illustri predecessori che hanno indossato l'enorme naso
del cadetto di Guascogna ve n'è uno in particolare che merita di essere
menzionato per la sua eccezionale bravura, Corrado D'Elia, con l'augurio per
Preziosi di non essere da meno!
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